Abbiamo sperimentato l’invadenza islamica prima con le vignette danesi su Maometto, poi con l’aggressione a Benedetto XVI per le sue parole all’università di Ratisbona ed adesso, venerdì scorso per l’esattezza, su Sky, durante un normalissimo dibattito tra l’onorevole della Repubblica, eletta in democrazia dagli italiani, dal Popolo Sovrano, e non per volere divino o per diritto di casta, Daniela Santanchè e l’Iman della Moschea di Segrate, nonché membro del “consiglio dei saggi” dell’Ucoii Ali Abu Shawaima, in Italia con chissà quale visto e giunto con chissà quale barcone nel passato che fu. Ma analizziamo meglio cosa è accaduto.
Durante un dibattito sul velo indossato dalle donne musulmane il nostro onorevole deputato fa constatare che in Italia esiste una “legge dello Stato” che proibisce il coprirsi il viso. Tale “legge dello Stato” trova giustificazione perché fu adottata durante il periodo degli anni di piombo del terrorismo e insiste nell’applicarsi per le esigenze di ordine pubblico e sicurezza pubblica dati i notissimi e quotidiani avvenimenti dovuti alla criminalità organizzata e non.
Poi aggiunge anche che “il velo non è un simbolo religioso, non è prescritto dal Corano ma, al contrario, è una violenza sulle donne”. Gli ha replicato Sua Santità “Io sono un Iman e non permetto a degli ignoranti di parlare di Islam. Voi siete degli ignoranti di Islam e non avete il diritto di interpretare il Corano. Il velo è un obbligo di Dio. Quelle che non credono in questo non sono musulmane. Lei è un’ignorante, lei semina l’odio, è un’infedele”. Ergo le musulmane colpevoli di non portare il velo in Italia – Stato Sovrano Indipendente – sarebbero delle miscredenti e delle apostate.
Da qui alla Fatwa il passo è brevissimo!
Quello che in assenza di Iman musulmani sarebbe stato un normale e probabilmente noioiso dibattito televisivo, è diventato una minacciosa condanna per cui l’onorevole deputato della Repubblica Santanchè – colpevole per avere espresso una propria opinione in uno Stato che lei stessa rappresenta, perché noi abbiamo voluto che rappresentasse, e dove vive e lavora, dovrà venire scortata!
Sarebbe logico ed opportuno che a queste minacce l’Italia, con le sue Questure e Prefetture rispondesse con l’allontanamento “perchè cittadino indesiderato” del nostro collerico Iman , così come si faceva per molto ma molto meno con i nostri emigrati negli USA, in Argentina, in Germania, Svizzera, Australia. Nessun compromesso è possibile con chi – per principio – non è disposto ad accettarne.
Ma non credo che si arriverà a tanto. Ancora una volta, credo, abbasseremo le braghe!
Giordano Bruno Guerri porta avanti un calzante esempio di quanto è accaduto: Dice: “Se accettiamo che un prepotente ci costringa a cedergli il posto in autobus, il passaggio successivo non sarà ricevere i suoi ringraziamenti, ma più probabilmente di essere buttati fuori dalla vettura. Ora bisogna prendere atto che l’invasione islamica aggredisce, anche in Italia, le sfere più private della libertà individuale. Cediamo anche su questo e il prossimo passo potrebbe essere un volo fuori dall’autobus”.
NAUSEANTE ED IMBARAZZANTE
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1 comment:
Mi sono appassionato al tuo blog.
Stamattina volevo fare leggere le tue parole ad un mio amico un pò troppo "BUONO" e per caso ho letto il tuo nuovo post.
Non ho parole...hai ragione da vendere.
Essere obbligati ad abbassarci alle usanze altrui non è apertura mentale.Essere obbligati a sopportare persone che non ci accettano a casa nostra è ancora più avvilente...è ancora più "NAUSEANTE".
Carlo da Roma
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