Tuesday, March 09, 2010

BAMBINI



Sto sempre più cambiando. In meglio dicono alcuni mentre altri non condividono proprio. Amo gli altri, quegli "altri". Mi danno speranza.
Ho avuto sempre ed ho terrore dei cambiamenti.
Ritengo opportuno non divagare ed andare al racconto perchè, appunto, di racconto, di un altro racconto, si tratta.
Ieri ero a Bologna.
Un freddo cane condito da una leggera pioggerellina che ogni tanto inzuppava gli abiti di quelli che, come me, hanno pensato: "Ma dai! non pioverà mica?" ed invece....

Sono uscito da poco da un supermercato ed avanzo a passo lento per una di quelle strade della periferia che rendono Bologna ancora più adorabile. Una strada, con un piccolo marciapiede a contatto con dei giardinetti: vuoti proprio per il freddo.

Dal senso opposto vedo giungere una giovane donna con una busta in mano che spinge una carrozzina con un bambino di qualche anno affogato all'interno di un piumino con cappuccio. Un piccolo "Michelin" rosso che riusciva
appena
a girare la testa. E girava la testa verso il fratello alla sua destra, un bel bimbetto di circa cinque anni.

Questi aveva alla vita un cinturone con una fondina tipo Old West ed in mano una pistola giocattolo, a tamburo, che puntava dritta contro il fratellino ed intimava a questi: "Altolà vecchio zeien puzzone! Sssòccia! Mi volevi colpire con la tua frezzia avvelenata e mò io ti uzzido". Clich! Clich! Clich!

Bellissimo! Ma riusciresti mai ad immaginare un cowboy che parli con un forte accento bolognese? E se fosse vero riuscirebbe mai quel cowboy ad uccidere? Assolutamente no, credo.

Piove ancora e dicono che continuerà a piovere per tutta la settimana.
Sssòccia!!! Maledetta "piozzia"!

Continuo a camminare e ripetendo innumerevoli volte la frase del giovanissimo cowboy sorrido e sorrido ancora e con ciò sconfiggo quella puzzosa


NAUSEA
:-)

Sunday, March 07, 2010

CATANIA



Ho già scritto un post su questa città, "Gli altri siamo noi" del 2.2.2008, ed oggi ritorno sull'argomento ed, in particolare, su quella gente. Gente incredibile, assurda, assurdamente irreale, impossibile ma da crederci.
A me è successo e, mi dicono, che normalmente così succede da quelle parti.
Ma procediamo con ordine.

Ho un appuntamento di lavoro a Catania e lì devo recarmi per discuterne i punti e, soprattutto gli interessi. Decido di raggiungere la città in aereo e lì affittare un'auto per muovermi ma già sull'aereo mi viene in mente il traffico di quella città, l'impossibilità di trovare un parcheggio, come raggiungere il mio indirizzo.
No! E' meglio e più opportuno prendere un taxi.
Dopo meno di un'ora di volo atterro a Catania e già quella pista mi mette i brividi.

Non ne ho la competenza ma ho sempre sostenuto che quella pista sia, come dire, un po' "piccola". Me lo fa pensare la frenata brusca al momento dell'atterraggio e l'urlo dei motori che frenano l'aereo. Ciò, ad esempio, non succede a Roma o a Milano dove, credo, quelle piste sono, come dire, "normali" più lunghe, insomma.

Comunque! Prendo il mio trolley ed esco fuori e, sorpresa, non c'è un taxi. Chiedo ad un signore lì del posto che mi risponde gridando "Ciù spiassi a Stancanelli!!" - lo chieda a Stancanelli -. Dallo stesso signore apprendo che Stancanelli è il sindaco, poco amato a dire il vero, ed i tassisti sono in sciopero per un disegno comunale sulla categoria.

"Pigghiassi u 457!" - prenda il 457 - continua ad urlare il brav'uomo cercando di allungarsi il braccio all'inverosimile per indicarmi da dove l'autobus di città, il 457 infatti, partiva. Ma si! prendo l'autobus!

Un euro il prezzo del biglietto dall'aereoporto al centro città contro gli undici di Roma, i sette di Milano e i sei di Bologna ad esempio. Mica poca la differenza!

Il bus sembrava che mi stesse aspettando ed infatti, dopo essermi seduto, con un forte strattone è partito.

Debbo raggiungere via Lorenzo Bolano e so che si trova nella parte nord della città. Dopo qualche minuto chiedo quindi ad una signora sessantenne, lì sull'autobus, se poteva indicarmi qualche altro bus da prendere per giungere in quella via. "Ascutassi, è facili! Appena arriva a femmata i via Etnea, issi chiù avanti e pigghiassi u 25!" - mi ascolti. E' facile! appena arriva alla fermata di via Etnea, vada più avanti e prenda il 25 - Disse quella signora agitando il palmo delle mani, muovendo gli occhi al ritmo delle labbra e...gridando come se qualcuno l'avesse avvisata, sbagliando, che ero sordo. "Ma picchì a via Etnea? Nun'è megghiu che scinni a Stazioni e pigghia u 431 cu porta rittu rittu a via Bulanu?" -Non è meglio che scenda alla Stazione e prenda il 431 che lo porta dritto dritto in via Bolano? - Chiede, gridando, un'altra signora alla prima! "Giustu! anchi u 431 è bonu. Quannu passa!!!" - Giusto! anche il 431 è buono. Quando passa! - dice la prima facendo intendere che i tempi non sono proprio rispettati e comunque lunghi ed aggiunge "Sintissi a mia: u 25 u potta o capolinea e ddà po piggiari u 525 oppuru u 628. Tutti boni su!" -mi ascolti: il 25 lo porta al capolinea e lì potrà prendere i 525 oppure il 628. Sono tutti buoni! - . Ad eccezione del 457 tutti gli altri autobus sono da me indicati a caso non potendone ricordare esattamente i numeri.


"Puvireddu! Chistu stasira arriva!" - poveretto! questo qui arriva stasera! - grida sconsolato un signore rivolgendo lo sguardo a mo di preghiera al tetto del pullman ed avendo attirato la mia attenzione, con voce calma, rauca e, comunque, sempre con alto volume mi dice: "Ora lei scinni a stazioni e pigghia u 67...." - ora lei scende alla stazione e prenda il 67... - "Ma picchì? picchì?" - ma perchè? perchè? - grida la seconda signora rivolta al signore che viene investito come da una imprecazione. "U 67 passa per piazza Indipendenza e nun arriva mai!!!!! Lei" rivolgendosi a me "ava a piggiari u 25....."

L'autobus all'improvviso, nervosamente, sposta a destra. Si ferma. "Giovanottoooo! Lei av'arrivari in via Bolano?" grida un omone poco più che cinquantenne, di circa un quintale, l'autista. Accenno un si con la testa. Con la mano mi fa cenno di aspettare e di avere fiducia in lui.

Come una sentenza della Cassazione quell'invito viene anche condiviso dal resto dei passeggeri che con sorrisi e cenni del capo condividono la decisione dell'autista.

L'autobus riparte e quell'uomo inizia ad armeggiare con il proprio telefonino. "Pippoooo! Unni si? Moviti ddocu!" - Pippo dove sei? aspetta lì? - Dallo specchieto mi fa cenno di avere fiducia. Nel bus ora c'è solo un brusio molto ben tollerabile.
Dopo qualche minuto arriviamo alla stazione ferroviaria. Il 457 si avvicina ad un autobus. "Pippooo! Lassalu in via Bulanu!" - Pippo! Lascialo in via Bolano! - grida l'autista al collega indicando me. "Scinnissi e issi 'nno collega!" - Scenda e vada con il collega -.

Ringrazio quell'uomo e voltandomi ringrazio con un cenno del capo le signore che rispondono con un sorriso soddisfatto al mio saluto.

Saluto con un cenno del capo anche al signore che pregava rivolto al tetto del bus che mi risponde come infastidito con un "Uummh!" ed un cenno della mano.

Salgo su quel pullman e l'autista mi chiede: "Esattamente lei unn'ava ghiri?" - esattamente lei dove deve andare? -. Indico la sede della società. Dopo circa un quarto d'ora l'autobus inizia a rallentare, piano, sempre più, sino a fermarsi. "Arrivato! Scinnissi" - Arrivato! Scenda - .

La mano di Pippo l'autista mi indica la sede della società.
Un cenno del capo ed un sorriso privo di qualche premolare è la risposta al mio "Grazie".


Non posso fare a meno di notare che dove sono sceso non c'è fermata del bus e che l'ingresso alla società è troppo stretto altrimenti Pippo sarebbe entrato con il bus sino alla porta.

Una cortesia in più di Pippo nei miei confronti. Una cortesia per una persona che Pippo non conosceva prima.

A Catania è tutto rumore, grida. Rumore solare che forse disturba ma che dà calore. Grida civili che fanno bene al cuore, riscaldano e non danno


N A U S E A

:-)