Monday, April 02, 2007

TERMOPILI




Ieri sono andato al cinema.
Ho visto 300.
Credo di potervelo consigliare.

Fatto bene. Narra della battaglia delle Termopili tra gli spartani e l'enorme esercito di Serse.

Storia nota a tutti, credo e non è il caso di andare oltre.

Vorrei soffermarmi, però, sulla qualità del film e sulla sua costruzione o, ed in questo caso è proprio opportuno, dire sulla sua elaborazione.

Il film, infatti, è quasi totalmente costruito al computer, con grafica digitale. Sono costruiti i corpi degli attori, i loro sguardi, le loro voci, lo sfondo dei paesaggi e le gesta. Persino le nuvole, nere, che veloci scorrono nel cielo o il frumento dei campi che si muove così come è "naturale" che deve ondeggiare al vento.

Virtuale è la colonna sonora e i rumori in stereo che coinvolgono sino allo stordimento lo spettatore.

Gli effetti non passano inosservati anzi piace il film proprio per gli effetti spettacolari.

Confesso che raramente mi è capitato di vedere un altro film con una tale abbondanza di spettacolarità computerizzata, fatta eccezione de Il Gladiatore.

Insomma, bello!

Su TV Film leggo un giudizio sul film dal giornalaio critico M.G. (al secolo Mauro Gervasini) e mi accorgo che ho speso sei euro per vedere "l'ultima vergogna del cinema americano" e "attori che recitano su fondali vuoti riempiti digitalmente, toni truci e testosterone che fluttua tra i muscoli gonfi. Frasi che fanno spavento, un trionfo del me ne frego di morire che finge di essere neutro e in realta fomenta il peggio di chi guarda (sic!)"

Mi accorgo anche che il Gervasini deve concludere un articolo di circa 15 cm (sono sicuro che viene pagato a tanto al metro) ed allora la mente critica gli fa scrivere "enfasi al posto dell'epica, sete di sangue che sostituisce la catarsi (manco di meno!), una rappresentazione della violenza fine a se stessa....botte e fendenti in un digrignare di denti che diventa estetica"

Ma parla sempre così il poveretto?

Riempie gli ultimi 4 centimetri dell'articoletto con frasi sempre dello stesso senso e dello stesso effetto sino a quando, alla fine, il novello Savonarola maledice i vivi con "Ci si indigni, per film come questo, perchè sono lo strumento di una pericolosa colonizzazione dell'immaginario!"

Dio mio! cosa ho mai fatto?

Credo che andare a vedere un film non necessariamente deve essere motivo di analisi culturale, di studio critico visivo e menate di tal genere. Vedere un film significa anche per due ore lasciare i pensieri correnti al botteghino, come ho fatto, sprofondare su di una poltrona, come ho fatto, e immedesimarsi nelle scene e nei personaggi, come ho fatto!

Non me ne frega assolutamente niente di come realmente si sono svolti i fatti storici e delle contraddizioni storiche del regista e della violenza che deturpa lo spettacolo e lo spettatore ecc. ecc. ecc.

Ma il nauseante idiota crede veramente alle nauseanti cazzate che ha scritto? ed inoltre che genere di film vede ed apprezza? e, soprattutto, ma chi crede di essere?

NAUSEABONDO

:-(