Wednesday, May 26, 2010

MASS MEDIA



Invito chi legge questo post a smentirmi. E' un invito sincero, senza nessun'altra motivazione se non quella di voler capire se esiste altra vita nel pianeta (mi sto allargando un po' troppo !) a pensarla in questo modo oppure cosa mi sto perdendo e cosa non capisco dei talk show italici.

Sono convinto che uno spettacolo di cui intendo parlare debba far comprendere una determinata argomentazione, discutere un problema che affascina quel dato momento l'opinione pubblica e compito del moderatore, figura insostituibile e nobile, è quella di condurre il discorso al cuore del problema evitando le liti.

Grandi esempi di questi spettacoli sono il celebre David Letterman Show americano e il più noto e caciarolo Maurizio Costanzo Show ormai affidato al ricordo della televisione patria. Entrambi i conduttori sapevano e sanno gestire l'ospite, sapevano e sanno destare l'attenzione del pubblico ed intervallare alla seriosità del tema la leggerezza di una battuta rivolta al pubblico, una risata.

Ieri sera, Giovanni Floris ha condotto l'ennesima puntata di Ballarò.
Tema della puntata l'attuale crisi del mondo occidentale ed in particolare dell'Europa. I modi e metodi per affrontare la crisi e le speranze per un futuro migliore.

L'argomento è serio e capirne qualcosa è ancora più utile. Ma già dall'inizio si capisce che qualcosa non va. Perchè non deve andare.

Un odioso guitto - Crozza - apre la trasmissione con satira di circostanza facendo capire da che parte politica lo staff è schierato, quindi un economista, premio Nobel, discute della cosa in solitaria e finalmente il conduttore presenta gli ospiti: una decina, divisi per fede e credo politico su due file che si fronteggiano, ed un esperto esterno - Nando Pagnoncelli presidente dell'IPSOS, società per il rilevamento di statistiche che tante odiose possono sembrare quanto gradite infine esse sono ai più.

La trasmissione dura circa due ore, comprensive della onnipresente tediosissima pubblicità ed in tutto il periodo un Floris corre gridando avanti ed indietro al centro delle due file per tutta la distanza dello studio di circa 12-15 metri investito dalle grida degli ospiti che tra loro si lanciavano invettive ed accuse.

La domanda che mi sono sempre posto è: "Ma è proprio necessario ed opportuno invitare tanta gente così da far sembrare la trasmissione più un pollaio schizofrenico che un seminario utile per chi parla e, soprattutto, per chi ascolta"? Ho ragione ed i fatti mi confortano. Ed infatti ...

il Floris, correndo come un ossesso, cerca disperatamente di mediare gli ospiti che ormai sembrano essere concorrenti ad una bocciofila. Grida anche lui cercando di imporsi e riportare i discorsi al tema del giorno, di dare la parola ad un ospite che ha gridato di meno, è il caso dirlo, e che viene immediatamente interrotto da altri ululati da un altro ancora. "Vada a farsi fottere!" è il linguaggio usato da un notissimo esponente della sinistra italiana diretto ad un giornalista e "qui si va a puttane!" e la frase che un esponente del centro destra grida a questo punto a chi lo vuol sentire. Ballarò diventa il Bar dello sport.

Dopo qualche chilometro di marcia Giovanni Floris chiude invitando con un sorriso tirato il telespettatore a seguirlo alla prossima puntata mentre in sottofondo si sentono ancora le grida degli stessi ospiti che privi di ogni freno inibitore e dimentichi di essere i partecipanti ad un programma, di essere nelle case di molti, continuano con i loro digrignare di denti, con i loro "Io non l'ho interrotta!" oppure "Adesso tocca a me!" e "Solo due parole e non la interrompo più" manca solo che qualcuno gridasse "W Inter" o che cantasse "Ma che ce frega ma che ce 'mporta!" ed il quadretto sarebbe completo, perfetto

NAUSEANTE
:-)

4 comments:

Anonymous said...

NAUSEANTE

Anonymous said...

AO60
:-)

Anonymous said...

Ci vuole coraggio a fare un parallelo tra David Letterman e Costanzo. Nemmeno mi va di dirti perché.

alfaomega60 said...

Ma non lo voglio neanche sapere. Stai tranquillo!
p.s. ho dato del "caciarolo" allo spettacolo di Maurizio Costanzo.
"Caciarolo". Non c'è nessun parallelo con Letterman.