La scorsa settimana sono stato invitato a Padova per una laurea. Non è stato un genitore ad invitarmi nè il giovane dottore in ingegneria meccanica ma il mio amico professore, con il quale il giovanotto ha discusso la tesi.
Il mio amico era visibilmente commosso come se fosse lui a laurearsi. Alla mia richiesta sul perchè di tanta emozione Eugenio, così si chiama il mio amico, mi ha detto che è un discorso lungo e mi invita, per quel momento, a fargli gustare tutto l'entusiasmo che la laurea del giovane offriva. Quindi il solito brindisi, le calorose strette di mano, i sorrisi degli amici ed il pianto dei genitori hanno fatto da cornice alla cerimonia ormai alla conclusione.
Son rimasto solo con Eugenio e con questi ci siamo recati ad un pub della zona dove ha ripreso il discorso poco prima interrotto. L'Università italiana, ha detto, è oggi un laureificio o dottorificio se preferite.
Eugenio mi ha poi invitato e condotto nelle classi di ingegneria ove ho potuto notare un professore che spiegava le sue lezioni ad una trentina di studenti che con l'avanzare delle classi, a suo dire, sarebbero divenuti ancora meno. Ciò era sconsolante per lui e devastante per la società e per l'Italia.
Questi ragazzi dopo la laurea hanno lavori sicuri, immediati, aggiungeva. Possono scegliere e possono cambiare rapidamente. Diceva di conoscere due ragazzi che subito dopo la laurea per alcuni mesi hanno avuto una supplenza di matematica presso un istituto tecnico che hanno poi lasciato per un contratto con Piaggio e Aprilia motori. Diceva di conoscere un poco più di un ventenne fisico che con la laurea è stato contattato da Unicredit, una banca, cosa se ne farà una banca di un fisico? Eppure queste facoltà vanno deserte al contrario di altre che scoppiano e che del futuro dei frequentatori ne supportano l'incognita e l'angoscia! Sconsolante!
Quel discorso mi ha profondamente colpito ed ho provato ad infiltrarmi in alcune Università quali il Politecnico di Milano, l'Alma Mater di Bologna e la Sapienza di Roma. Eugenio, purtroppo per tutti noi, aveva ragione. Le classi di Ingegneria erano appena popolate, scarsamente gremite quelle di Meccanica, deserte le facoltà di Matematica e 3, dico tre, studenti in Fisica. Assurdo!
Psicologia, Lettere, Scienza della Formazione e Scienza della Comunicazione straripavano della fauna più strana, di sfaccendati di oggi e "bamboccioni" di domani. Ma che studieranno? Ma cosa avranno da formare e che avranno da comunicare? e a chi se tutti "comunicano" e nessuno ascolta? Misteri d'Italia!
I più fortunati probabilmente scriveranno qualche articolo o qualche libro che nessuno leggerà gli altri saranno disoccupati cronici, precari, disperati, poveracci ma.... dottori. Idioti!
E che dire dei Dottori di primo livello? Militari, poliziotti gente con molta arte ma con poca parte che si fregiano del titolo di dottore in Amministrazione dello Stato (sic!) o in Sicurezza Sociale o che altro? Mi risulta che Siena, l'Università degli Studi di Siena riconosce l'esperienza pregressa e "vende" i titoli di laurea a questa gente per circa 300,00 euro! Lasciamo perdere!
Capitolo a parte merita Giurisprudenza dove i futuri avvocati sono molti in ognuna delle Università ma, si sa, gli italiani sono litigiosi e per questi c'è qualche speranza.
ILLUSIONE NAUSEANTE
:-(
1 comment:
ottima analisi
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