Giro per le strade di Milano vuote dello spasmodico traffico probabilmente più a causa dello sciopero dei camionisti e della conseguente mancanza di carburante che per l'avere aderito all'invito a non usare i propri mezzi di locomozione lanciato dalla sindaco Moratti o dagli onnipresenti vischiosi Verdi impegnati a salvare il pianeta e a fare cadere i governi.
Le solite vetrine sfavillanti e le solite luminarie di Natale anticipano la festa e mi ricordano gli impegni verso i miei amici e qualche mio nipote. I regali sono di circostanza. Un cavatappi a Marcello, una macchinetta a Piero, un utilissimo segnalibri in metallo con un pendente di pietre a Paola, un libro, che mai leggerà, a Dario e qualche altra piccola stronzata di tal genere e circa 300 euro sono volati via. Ma è Natale e poi, cribbio!, riceverò anch'io qualche regalia che mi ripagherà della spesa. O no?
Passerò le feste in famiglia. La cosa non mi dispiace ma, ammetto anche che mi brucia lo stomaco se penso che qualche giorno addietro sono andato presso una agenzia viaggi, la mia agenzia viaggi, per acquistare un pacchetto per un week end lungo a New York per Natale senza aver potuto trovare alcun posto negli aerei. Ma che fanno gli italiani? Non arrivano alla fine del mese con lo stipendio e vanno a New York per dimenticare o per distrarsi? Ma ho la risposta dai media: I viaggi sono favoriti dal cambio euro-dollaro favorevole! Ora è tutto più chiaro. Non so cosa ma è chiaro!
Ma, dicevo, girando per le strade del centro di Milano vedo a ogni angolo, ragazzi con visi allegri e treccine chiedono fondi per la lotta contro la droga, ma la loro espressione tradisce il loro nobile impegno, per un aiuto all'Emergenza Darfur anche se, credo, non sanno di che si tratti, per gli sfollati, per il popolo del Tibet, per le famiglie delle vittime sul lavoro, per il Popolo Palestinese, onnipresente, per il centro sociale vattelappesca ed altro ancora.
Un punkbestia mi si avvicina con un bicchiere di metallo e non so se mi indica i due cani randagi di grossa taglia o il suo amico ubriaco e catatonico sul bordo del marciapiedi. Mi chiede una mancia. Lo allontano da me. Indietreggia in modo istabile e passa ad un altro passante che fa la stessa cosa.
In perfetto clima pre-natalizio, non credo a me stesso, ma ho visto, anche se per un flash, il Dalai Lama, premio Nobel per la pace, l'uomo più innocuo, più pio e gentile del mondo intero. Una divinità per moltissimi e per me un vero galantuomo. Un uomo non invitato nelle stanze del Parlamento Italiano perchè scomodo ma dove nelle stesse stanze è stato accolto ed applaudito un vero terrorista, squallido, orripilante, balbuziente: Muḥammad ʿAbd al-Raḥmān al-Raʾūf al-Qudwa al-Ḥusaynī in arte Yasser Arafat.
Non so perchè ma la mia attenzione viene attratta dalle locandine dei cinema. con i soliti films di Natale, con i soliti nauseanti De Sica, i Boldi, le bonazze dell'ultima ora e l'impegnato e cerebrale cinema italiano fatto con pochi spicci per ancor per più pochi culturali amanti del genere.
Ma è Natale e, quindi, un buon Natale a tutti. Anche agli Stefio, Cupertino e Agliana dei quali si è persa ogni traccia più di quando erano sequestrati. A Giuliana Sgrena e Daniele Mastrogiacomo impegnati nelle redazioni di qualche loro profondo articolo che, probabilmente, a nessuno fregherà più di tanto. Allo ieratico Gabriele Torsello scomparso ed accolto, spero, tra le braccia di Allah. E alle vispette Terese che, tra una sportina di immondizie e qualcos'altro di utile per le loro remunerose comunità, risponderanno al mio augurio.
:-)