Il giornalista de La Stampa Domenico Quirico ha finalmente fatto rientro a casa. E lo dico senza alcuna ironia o, peggio ancora, sarcasmo.
Sono contento per lui e per le "scazzate" e ruttanti figlie; indimenticabile il loro shukran! alla fine del loro appello.
Ma anche questo episodio ha la sua nota stonata.
Accerchiato da un fastidioso nuvolo di suoi colleghi che chiedevano come erano trascorsi i cinque mesi di prigionia, Quirico ha risposto di essere stato sequestrato e per tutto il periodo della prigionia è stato trattato male.
Ma come? Male? Siamo stati sempre abituati alle gentilezze, alla correttezza e nobiltà d'animo dei sequestratori di quelle sconfortate lande che le dichiarazioni del nostro Quirico risultano gratuite se non inappropriate e cattive.
Lo stesso aggiunge che per ben due volte ha dovuto subire una finta esecuzione ed inoltre che hanno tentato di fuggire, lui e il suo compagno Pierre Piccinin, dalla loro prigionia in Siria e hanno avuto paura di essere uccisi.
Che cattiveria quella di Quirico!
Cerco di immaginare lo sconforto e lo sgomento delle nostre anime candide ruspanti, anime belle, abituate a ben altre dichiarazioni pregne di melassa e di bontà cristiana. Oops! islamica. Strano, non ho
NAUSEA
:-)
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