Sunday, May 13, 2007

FATTI AFGHANI



Il mullah Dadullah, uno dei principali leader talebani, è stato ucciso durante un'operazione militare nel Sud dell'Afghanistan. Lo ha reso noto l'ufficio stampa del ministero dell'Interno di Kabul: "Dadullah e suo fratello sono stati uccisi durante un'operazione militare nella provincia di Helmand". Il fratello del mullah era stato liberato poco meno di due mesi fa dal governo afgano, insieme ad altri quattro prigionieri, in cambio del rilascio dell'inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo. Dal momento che i talebani negano che Dadullah sia morto, il corpo è stato mostrato a un gruppo di giornalisti nella sede del governo provinciale di Kandahar. Ai giornalisti, che sono stati ammessi nell'edificio insieme ad alcuni abitanti del luogo, è stato spiegato che in questo modo si è voluto dare la prova incontrovertibile dell'uccisione del temuto comandante guerrigliero, autore di stragi e rapimenti, compreso quello di Mastrogiacomo. La morte di Dadullah è stata annunciata più volte, ma sempre smentita. In questo caso, la notizia è confermata da diverse fonti. Le foto del corpo sono state distribuite alle agenzie di stampa: il cadavere presenta la mutilazione al ginocchio della gamba sinistra che effettivamente il mullah aveva e il volto è riconoscibile. Un giornalista dell'agenzia Reuters che l'aveva incontrato in passato ha affermato di averlo riconosciuto. Tuttavia, poco prima che venisse mostrato il corpo, un uomo che si è qualificato come Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, ha telefonato all'agenzia francese Afp per smentire che l'uomo ucciso sia Dadullah e ha promesso la diffusione di una sua "recente" registrazione.
La scomparsa di Dadullah, dicono analisti a Kabul, è un colpo durissimo per i talebani. "Hanno perso il 50 per cento della loro forza", dice Syed Anwer, giornalista e profondo conoscitore dell'universo degli studenti di teologia diventuti combattenti. Ora, forse si aprono possibilità di dialogo fra i guerriglieri e il governo di Hamid Karzai, al potere dal crollo del regime talebano nel dicembre 2001. L'agenzia Pajhwok sottolinea anche che l'uccisione di Dadullah è avvenuta nel corso di un'operazione congiunta compiuta dalle forze afgane e da quelle della Nato nella provincia di Helmand. In questa zona da parecchie settimane è in corso un'offensiva che mira a liquidare l'insurrezione antigovernativa, condotta in modo congiunto da esercito di Kabul e forze straniere.
Che Allah e suo compare Maometto possano accoglierlo in paradiso.-

GIOIA SUBLIME
:-)

Thursday, May 03, 2007

FESTA DEI LAVORATORI



Il 1° maggio ero a Roma.
Dopo gli impegni che mi hanno costretto, volentieri a dire il vero, a Roma, mi sono incontrato con dei carissimi amici.
Fa sempre piacere un viaggio a Roma ed è sempre un piacere incontrare i miei amici.
Bene ! che si fa? Andiamo a cenare? No, troppo presto! Andiamo al cinema? No, banale! Sono a Roma e vorrei godermi un po’ la città! Così ho detto! Questa frase è uscita dalla mia gola e questa frase ho maledetto per tutto il resto della giornata ed ancora oggi!
Siamo andati a San Giovanni, piazza San Giovanni, per l’ormai notissimo concerto del 1° maggio.
Un popolo si era riversato, come ogni anno, in quella piazza dove da un palco una attricetta – presentatrice ( che si fa per campare! ) emozionata per l’evento, probabilmente per lei voluto dagli dei ma pagato in euro dagli uomini, presentava noiosissimi complessi urlanti, che sino a ieri strimpellavano nei centri sociali e che domani ritorneranno nel limbo degli stessi centri.

L’unico suono udibile era quello delle percussioni “sparate a palla” per l’evento.
Non ho visto la cantante simbol del momento. Quell’orrido troll che chiamano Momo.

Chissà se era tra gli ospiti !
Il popolo di giovani lì presente si muoveva a ritmo di quel frastuono, urlanti di felicità e di senso appagato della vita.

Uno dei presenti, in particolare, ha catturato la mia attenzione.

Indossava le cuffie di qualche aggeggino mp3 e probabilmente ascoltava altro genere musicale perché, in trance, si muoveva fuori tempo rispetto al rumore emesso dagli sconosciuti sul palco. C’era un altro giovane che agitava una enorme ed ingombrante banana Cichita in plastica tra bandiere rosse comuniste e l’onnipresente Che Guevara. Chissà perché? Forse per farsi notare da qualche telecamera lì presenti copiose per l’evento.

Si festeggiava il lavoro, che non c’è più, la solidarietà, che non c’è più, e la bieca retorica che c’è onnipresente.
Sarà un caso ma dov’ero io si sentiva un forte odore di fieno bruciato.

Credo che non si trattasse di fieno ma di qualcos’altro e gli occhi chiusi o sognanti e comunque inebetiti di molti mi fa supporre che proprio avessi ragione.
Un gruppetto di meridionali, dal dialetto calabresi o siciliani, avevano un bidone di 20 litri in plastica pieno di vinaccio e con questo si “allitravano” in allegria.

L’espressione di questi ultimi era ottusa ed eccitata.
Non ho potuto sentire i discorsi dei tromboni di turno per l’evenienza, i sindacalisti per intenderci, ma credo di potere sopravvivere comunque. Questi cialtroni sono contro il governo, non ha importanza quale esso sia, l’importante è essere contro il governo! Sono loro, sempre e comunque, i sommi sacerdoti dei lavoratori. Dei lavoratori a cui il lavoro è stato tolto e spedito in Cina o in Viet Nam o in Romania o, comunque, in quei paesi, anzi no, in quelle nazioni, dove la manodopera costa 1/5 ed anche meno di quella italiana. Dei giovani lavoratori che ringraziano le divinità se hanno un lavoro precario perché “sempre meglio che niente!” ! E loro dov’erano? Cosa facevano se non prendere posto nei salotti mediatici? Cialtroni!
E come ogni spettacolo circense che si rispetti ecco i pagliacci! Anzi no! Ecco il pagliaccio! Il guitto, il saltimbanco che per far ridere attacca la chiesa ed il Papa! E' così, come dire, così chic! E di sotto il popolo urlante, senza colore, senza corpo e con il cervello offuscato da alcool, droga e frastuono, applaude e ride e grida e si diverte gratis.

Chissà se riesce a capire qualcosa! Non è importante! L’importante è essere lì!
Il guitto, come è ormai prassi, il giorno dopo dichiarerà alla stampa :”Mi dispiace. Sono stato frainteso!” Cialtrone!
A proposito: non credo di aver visto dei lavoratori veri alla festa, quei lavoratori da catena di montaggio o di duro lavoro nei campi per intenderci. Forse proprio i veri lavoratori di queste feste si sono rotte le palle!

Cari amici, cari fottutissimi amici, la prossima volta, se questo è il meglio, andiamo a puttane!

NAUSEANTE
:-(